Blade Runner 2049 – la recensione in anteprima

Esce oggi al cinema Blade Runner 2049. ACINIdiCINEMA l’ha visto per noi in anteprima.

VOTO: fan 9/10 rest of the world 7/10 GIUDIZIO: Bello ma non ci vivrei

Prima di fare qualunque tipo di considerazione sul ritorno al cinema di un cult multigenerazionale, parliamo di cose serie: mentre tutti giocavano con i Puffi ed il Game-boy, Blade Runner rendeva iconico l’unicorno…35 anni fa. Che ve lo dico a fa.

Blade Runner 2049 è un bel film, un ottimo sequel e no, non piacerà a tutti.

L’agente K della Polizia di Los Angeles (Ryan Gosling) scopre un segreto sepolto da tempo che potrebbe far precipitare nel caos quello che è rimasto della società. La scoperta di K lo spinge verso la ricerca di Rick Deckard (Harrison Ford), un ex- blade runner della polizia di Los Angeles sparito nel nulla da 30 anni

Blade Runner 2049 recensione

Un primo plauso va fatto a Denis Villeneuve (Sicario, Arrival), perché ci vogliono le palle a prendere in mano un progetto del genere. Ma parliamo pur sempre di uno dei registi più influenti degli ultimi anni. Il film-maker canadese ha avuto molto rispetto del lavoro di Ridley Scott e Blade Runner 2049 è la perfetta continuazione del cult di 35 anni prima. Le ambientazioni post apocalittiche di una Los Angeles avvolta dalla pioggia e dalla nebbia sono state ricreate fedelmente e valorizzate dalla spettacolare fotografia di Roger Deakins. Inoltre la cupa danza armoniosa tra le musiche di Hans Zimmer, Johann Johannsson e Vangelis rappresenta una garanzia per la colonna sonora.

Purtroppo Villeneuve si porta dietro dal 1982 anche anche la proverbiale lentezza nello sviluppo della trama che, se da una parte è nel puro stile di questo noir sci-fi, dall’altra si fa sentire, specialmente in un panorama cinematografico attuale in cui la fantascienza si muove frenetica tra azione, effetti speciali ed il tema dei replicanti già visto, rivisto e stravisto. Io non credo comunque che su 2 ore e 43 minuti non potessero tagliare qualche cosa, ma ça va sans dire, scelta stilistica.

Dopo tutto Blade Runner 2049 può avvalersi di tutte le giustificazione che vuole, perché non è un pop corn movie, e neanche ambisce ad esserlo. E’ altresì un film d’autore ad altissimo budget in cui ogni singola scena è densa di significato, e poco importa se le riprese indugiano qualche minuto di troppo quando in ballo c’è il senso della vita.

Blade Runner 2049 recensione

In questo nuovo capitolo, su cui è stato richiesto dal regista stesso il massimo riserbo sulla trama dalle sfumature thriller, arriva anche un nuovo – promossissimo – cast tra cui quel figaccione di Ryan Gosling (La La Land, Drive) all’apice della carriera, la Robin Wright di House of Cards, il gigante Dave Bautista (Guardiani della Galassia, Spectre), la cubana dal viso dolce Ana de Armas (Trafficanti) e anche quel rettiliano senza età di Jared Leto (Dallas Buyers Club) – ci rendiamo conto che ha 45 anni e sembra mio figlio?

E poi c’è Harrison Ford. Bravi tutti eh? Ma quando entra lui, ha una tale presenza scenica da renderlo insostituibile, e poi si porta brillantemente bene i suoi 75 anni – già per me sarà una vittoria arrivarci.

Insomma Blade Runner 2049 è promosso come film e come sequel, ma accoglierà tutt’altro che un pubblico trasversale. I fan saranno felici dopo tanto tempo di essere riportati in quel mondo. Gli appassionati di genere avranno la visione di uno dei registi più adatti per continuare e rielaborare il lavoro di Ridley Scott. Tutti gli altri dovranno semplicemente essere preparati ad un lungometraggio, anzi lunghissimometraggio, che preferisce la nicchia al mondo di Star Wars.

Forse è un una pellicola che ha bisogno di tempo per essere apprezzata oppure odiata, sicuramente merita più di una visione – ricordiamoci che il primo capitolo fu inizialmente un flop al botteghino. Dopodiché, i gusti son gusti, e sulla critica cinematografica vi posso assicurare che “io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi”.

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