Ma perché i dj italiani fanno i fenomeni?

Chissà perché quando parliamo di educazione nei club, o meglio, in console, finiamo sempre per parlare male dei dj italiani. Forse é un caso, o forse sono io che nelle mia decennale esperienza ho sempre incontrato degli imbecillì, eppure i modi sono sempre ineccepibili quando si tratta di dj e performer stranieri, mentre lo sono un po’ meno quando andiamo ad analizzare il parterre di “star” italiane. 


Perché lo dico? Perché ieri sera ho avuto l’ennesima conferma. La solita grande situazione: un club, un venerdì sera pieno di gente e due ospiti italiani di fama internazionale. Arrivano in console poco prima di incominciare il loro dj set e, come ricordavo da un incontro precedente, uno di loro si è confermato essere gentile, disponibile, ma soprattutto educato. Ha salutato tutti i colleghi in console tra dj resident, vocalist, lucista ecc e ha cominciato a prepararsi. L’altro ha accennato un “ciao” e si é messo a fare il proprio lavoro con l’atteggiamento del fenomeno.

Il dj set non é male, reggono bene per un’oretta nonostante la musica non sia proprio commerciale, poi nell’ultima mezz’ora si perdono ed iniziano a svuotare. Concludono il loro set e se ne vanno. Come da copione, quello più gentile saluta tutti, ringrazia e se ne va. Il fenomeno prende le sue cose ed esce dalla console senza nemmeno degnare gli altri di uno sguardo. Più tardi vengo anche a sapere che ad inizio serata sfotteva il modo di lavorare del vocalist facendo battutine.

Ora, a me non da fastidio che ad uno possa non piacere il vocalist, il locale o la situazione, ma mia mamma mi ha sempre insegnato che prima di tutto c’é l’educazione, specialmente se ti trovi sul posto di lavoro. Aggiungiamoci che non sopporto la maleducazione di quelli che arrivano in console e sono davvero dei mostri sacri dell’entertainment (di solito sono comunque sempre cordiali), figuriamoci quelli che suonano e svuotano la pista.

Il personaggio in questione, che guadagna in una sera quanto lo stipendio di due operai, dovrebbe rendersi conto che il suo lavoro, eseguito pure di merda, sarebbe andato anche peggio se non avesse avuto al suo fianco dei professionisti che hanno tentato di rendere lo show ineccepibile.

L’appello va a tutti i proprietari di club e direttori artistici: lasciateli a casa quelli che fanno i fenomeni. Ci sono tanti professionisti educati pronti a lavorare, e ahimè, quando si parla di grossi nomi, spesso si trovano oltre i confini del nostro paese.