READY PLAYER ONE: la recensione del nuovo capolavoro di Spielberg

In collaborazione con ACINIdiCINEMA arriva la recensione NO SPOILER di Ready Player One. Capolavoro!

Avolte penso che Steven Spielberg gestisca la sua voglia di fare cinema come se fosse un account di YouTube. Divide il suo profilo in due sezioni: la prima che idealmente potremmo chiamare ‘io so io e voi non siete un cazzo’ in cui carica i film più istituzionali come LincolnIl Ponte delle Spie oppure il recente The Post; ed una seconda che chiameremo ‘Peter Pan mi fa una pippa’ in cui ci mette Tintin, Il GGG e ovviamente l’ultimo capolavoro di una lunga serie, Ready Player One.

2045, il mondo è sull’orlo del caos e sta per collassare. Le persone hanno trovato la salvezza in Oasis, che per quanto ci piacerebbe fosse la fede di Wonderwall, è invece un enorme universo di realtà virtuale creato dal brillante ed eccentrico James Halliday (Mark Rylance). A seguito della morte di Halliday, la sua immensa fortuna andrà in eredità a colui che per primo troverà un Easter Egg nascosto da qualche parte nello sconfinato mondo di Oasis, dando il via ad una gara che coinvolgerà il mondo intero. Sarà l’improbabile giovane eroe di nome Wade Watts (Tye Sheridan) ad essere catapultato in una caccia al tesoro  fatta di misteri, scoperte sensazionali e pericoli.

Ready Player One è uno dei titoli più attesi dell’anno, specialmente tra coloro che hanno apprezzato l’omonimo best seller. Io ad esempio non ho letto il libro, ma sono uno nato negli anni 80’, vissuto negli anni ’90 e amante della cultura pop, e ho trovato l’ultimo film di Spielberg un vero e proprio orgasmo da nerd. Credo che sia anche uno dei rarissimi casi in cui non ho odiato l’eccesso di computer grafica, anche in 3D, dopo Avatar. Si perché in Ready Player One si mastica il linguaggio dei videogames, degli anime e dei film che hanno fatto parte della vita di chiunque negli ultimi 40-50 anni, che si tratti di MinecraftRitorno al FuturoGundamIl Gigante di FerroJurassic Park e tanti altri. Quando dico tanti non scherzo, perché non so se Spielberg si sia dilapidato economicamente per farlo, ma ha inserito nel film un numero infinito di personaggi noti della pop culture, tanto che non basteranno dieci visioni del film per trovare tutti gli Easter Egg disseminati lungo 2 ore e 20 di pellicola, dovrete ricorrere al fermo immagine.

Se non siete tra quelli che non si perdono il Lucca Comics ogni anno non preoccupatevi, Ready Player One è prima di tutto un film divertente la cui avventura è costruita su una caccia al tesoro degna de 

Predatori dell’Arca Perduta, e poi è impossibile che non riconosciate almeno 20 personaggi tra quelli proposti. Non c’è solo lo spazio per gli avatar e l’azione, ma anche per un’attuale e dovuta riflessione sulla sindrome da zombie che tecnologia, sovrabbondanza di informazioni e social network stanno causando a tutti noi.

Dulcis in fundo, il cast impeccabile. Il giovane protagonista, Tye Sheridan, è stato visto recentemente come giovane Ciclope in X-Men: Apocalypse, mentre è meno nota Olivia Cooke, ma la riconoscete perché sembra la Michielin. Non hanno bisogno invece di presentazioni gli immensi Mark Rylance (Il Ponte delle Spie, Il GGG), il villain Ben Mendelsohn (il fu già stronzo nella serie Bloodline e in Rogue One) e Simon Pegg (Hot Fuzz).

Tra una canzone di George Michael, degli A-Ha e dei Van Halen, Steve si è divertito un mondo nell’utilizzare le potenzialità di un mondo virtuale per esprimere la sua creatività, ed il risultato è che farà divertire, di nuovo, milioni di persone. Grazie.

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