“Vedo un mondo migliore” di Pietro Civera

In questo momento vivo come nella foto, chiuso dentro un piccolo spazio, ma con tutto quello che serve per avere una prospettiva diversa, una visione dall’alto, una finestra sul mondo. Stiamo vivendo un’emergenza che ha cambiato radicalmente le nostre vite, alcune tragicamente più di altre, e se non fosse che non hanno tutti la fortuna di poter restare a casa davanti alla televisione, non riuscirei a smettere di sorridere per quello che vedo. Vedo un mondo migliore.


Sembra incredibile, ma è così. Dopo aver superato i primi giorni di disagio per i ritmi di vita inevitabilmente stravolti dalla quarantena, oggi mi sono resettato e non faccio altro che vedere i lati positivi di questa vicenda.
Ad esempio la capacità di apprezzare di più le piccole cose. Una breve passeggiata per andare a fare la spesa diventa un’occasione per godersi qualche piccolo passo all’aria aperta, sentire il profumo degli alberi in fiore prima del tempo, cercare il pensiero che si cela dietro quegli sguardi curiosi, che fanno capolino da un’inedita maschera post-apocalittica.
I delfini che nuotano nel porto di Cagliari, gli uccelli che cinguettano sugli alberi nel cuore di Milano, i pesci che si intravedono nuotare nell’acqua limpida di Venezia, le anatre che scorrazzano nelle fontane di Roma ed un’aria così pulita che sembra di respirare per la prima volta. La natura ci mette ben poco tempo a riprendersi gli spazi che le appartengono.


E poi ci sono le persone, le persone incredibili che ho visto in questi giorni. Quelle che sono lontane ma non sono mai state così vicine, quelle che le telefonate non hanno mai fretta di chiudere, quelle che cantano una canzone affacciate ad un balcone, quelle che hanno portato un sorriso, una riflessione, una parola gentile, un po’ di compagnia, quelle che non hanno avuto bisogno di pensare, ma hanno agito d’impulso quando è arrivato il momento di togliere a se stessi per dare agli altri, quelle che hanno indossato un camice e quelle che quel camice lo sentono tatuato addosso ogni giorno come la più grande delle responsabilità, quella di essere una piccola parte di un unico grande mondo che gira all’unisono.


Vedo un mondo migliore, non voglio dimenticarlo.