“Vuoi suonare ad Ibiza? Però gratis e ti paghi il volo”

Qualche giorno fa mi chiama un amico e mi chiede di avere un parere su una proposta che gli è stata fatta. Lui nella vita fa il dj e mi spiega che un noto format (un evento a tema venduto in tutti i club d’Italia e non solo) gli propone di andare a lavorare ad Ibiza in uno dei migliori club del mondo, sicuramente il club del momento sull’isola. “Figata” rispondo io. Invece lui è titubante, e mi spiega che le condizioni sono abbastanza svilenti per un professionista del settore. Gli hanno proposto Ibiza, si, ma deve pagarsi il volo, pagarsi il vitto e l’alloggio e suonare un genere che gli viene imposto dal format e non è quello con cui vorrebbe affermarsi nel mondo dei club. “Per carità, ognuno deve suonare per far ballare la gente che ha davanti” continua lui “ma questa cosa, mi serve davvero?”.


Al telefono ho cominciato a riflettere anche io sulla questione che, inizialmente, mi sembrava un piccolo successo per la sua carriera, invece si stava rivelando una fregatura che sfrutta palesemente i sogni e le aspirazioni di chi nella vita vuole fare il dj. Ibiza è la mecca per un disc jokey. Chiunque abbia iniziato con due giradischi o con un Traktor che sia, sa bene che suonare in uno dei club più importanti del mondo ad Ibiza è un sogno e non è per tutti, o forse si? Viene da chiederselo perché erroneamente uno potrebbe pensare che ad Ibiza si arrivi solo per merito, invece pare proprio di no. C’é chi ci arriva pagando (pare che Paris Hilton abbia pagato fior di quattrini per una residenza al Pacha) oppure il trend 2.0 sembrano essere i nuovi pr, che con la promessa di riempire il locale e lanciare un prodotto club iniziano ad avere potere sulla scelta della console. SI, ANCHE AD IBIZA. Ed ecco che arrivano dj mai sentiti, ragazzi giovani, magari anche bravi, finiti li per chissà quale favore fatto o promesso durante una stagione in qualche club milanese.


E il mio amico? Alla fine non ha accettato, perché in modo razionale e con un’umiltà invidiabile, ha preferito tornare a lavorare alle sue produzioni e provare a farsi il culo piuttosto che andare davanti a migliaia di persone a fare il burattino solo per avere due video da rivendersi durante l’anno. Mi ha detto “so che venderei dei video che sono falsi, perché la mia presenza nella mecca dei dj non me la sono guadagnata, nessuno mi ha fatto entrare dalla porta principale, ed è da quella che vorrò entrare un giorno”.


Qualche giorno dopo vedo il post di un altro ragazzo, entusiasta per la sua imminente performance ad Ibiza, lì nello stesso locale dove suonano i migliori dj al mondo. Ho cercato qualche informazione su di lui. Non ne ho trovate, se non qualche serata studentesca e qualche evento da dj qua è la. Ho provato un po’ di dispiacere per lui, perché dovrà accontentarsi di qualche bella foto pagata molto cara, ma difficilmente arriverà al suo sogno da quella esperienza.