Tinder: la città dove viene usato di più é Milano

Voi usate Tinder? Dai su non fate i timidi che se veniamo a controllare nei vostri smartphone sicuramente l’app e li, e voi ci rispondereste “si l’ho scaricata tempo fa, ma non la uso mai”. Perché un po’ di curiosità di sapere se piacciamo a qualcunp, é innegabile, ce l’abbiamo. Quindi anche solo per giocare a fare lo swipe, ci finiamo sopra. Ad esempio Tinder é lo sport preferito delle mie coinquiline quando sia annoiano al ristorante o in qualche posto. Prendono il mio cellulare e si trasformano in un’agenzia matrimoniale nella speranza di trovare la donna giusta per me. Il risultato é che danno la preferenza a ragazze con cui non uscirei nemmeno a prendere un caffé, mentre quelle belle belle belle finiscono sul “no che sarà antipatica”. Ecco qui si ferma la mia personale competenza a Tinder, con un precedente anche di appuntamento al buio non andato benissimo. In Italia però c’é chi usa l’app con ottimi risultati, divisi tra chi vuole un’avventura da una notte e via, e chi invece trova l’amore della vita. Ma in Italia quali sono le città che più usano Tinder?

Indovinate un po’? Milano é al primo posto tra tutti quelli della cosiddetta generazione Z, ovvero da 18 a 25 anni che utilizzano Tinder a manetta. Al secondo posto quelli che si divertono sono all’ombra della Mole Antonelliana perché troviamo Torino.

Al terzo posto nessuna grande capitale, ma un posto dove evidentemente si sente il sangue ribollire di passione. Si tratta di una piccola are nella zona romana compresa tra le città di Acilia, Castel Fusano e Ostia Antica. Poco meno di 2000 abitanti che amano evidentemente copulare, ma il merito é anche dei poli universitari distribuiti in queste cittadine.

Al quarto posto arriva Roma, poi al quinto Prato, al sesto c’é Monza, poi ancora Modena e Trieste.

Se volete sapere quali sono i fattori che rendono più appetibile un utente di Tinder é presto detto: dovete essere interessanti ai temi dell’ambiente e della solidarietà, dovete ascoltare la musica trap, rap italiana, i Pink Floyd e Freddie Mercuri, bere bevande analcoliche e senza caffeina e appoggiare il movimento LGBT. Così dicono le statistiche, e ad occhio e croce poteva andare molto, ma molto peggio.